SALUTE E BENESSEREVene varicose degli arti inferiori

Vene varicose degli arti inferiori

Guida informativa su una problematica molto diffusa

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Le varici, o vene varicose, degli arti inferiori, appaiono come vene dilatate di color viola o blu, a volte color carne.

Molto spesso si presentano come cordoni tortuosi rilevati sulla superficie cutanea. Più comunemente si trovano nella porzione posteriore dei polpacci, o a livello dell’interno cosce. Questi problemi venosi si riscontrano maggiormente nelle donne; è stato stimato che in America, dopo i 50 anni, una persona su due può esserne colpita.

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Altre tipologie di insufficienza venosa

Anche le emorroidi, che si possono formare nella vagina o intorno all’ano, sono particolari vene varicose.

Per quanto riguarda la denominazione comune di “capillari“, essi sono delle teleangectasie (dilatazioni abnormi dei piccoli vasi sanguigni superficiali). Queste ultime sono simili alle varici, ma sono più piccole; inoltre si presentano rosse o bluastre, e sono più vicine alla superficie cutanea rispetto alle vene varicose. Si possono presentare dall’aspetto di ragnatele o ramificazioni, e si possono riscontrare sia sul viso che sulle gambe, in aree più o meno estese.

Perchè si formano le varici?

Il cuore pompa il sangue nelle arterie, le quali trasportano ossigeno a tutti i tessuti dell’organismo. Le vene hanno invece la funzione di trasportare il sangue, privo di ossigeno, dalla periferia al cuore. Esse dispongono al loro livello di valvole di tipologia “one way flaps”, che permettono il trasporto in una sola direzione, e spingono il sangue in alto, impedendone il reflusso verso il basso. Nel caso che tali valvole si indeboliscano, ecco che il sangue può accumularsi nelle vene o nei capillari e dilatarli, dando origine alla varice o alle teleangectasie. Si parla pertanto anche di insufficienza venosa, proprio perché il sangue non è più spinto in maniera efficace verso il cuore. Leggi anche consultare le analisi del sangue

Le cause più frequenti dell’insufficienza venosa

Le gambe sono la principale sede, perché sottoposte a maggior azione della forza di gravità e del peso corporeo. Rispetto ad altre sedi, le vene delle gambe sopportano una pressione maggiore, ed è dunque più difficile il trasporto di sangue al cuore. Molti fattori, da soli o in associazione tra loro, possono essere all’origine del problema. Essi sono:

  • La familiarità, non è infrequente riscontrare le varici in membri della stessa famiglia.
  • L’età, sono più frequenti all’aumentare dell’età.
  • I cambiamenti ormonali che si riscontrano in gravidanza, in menopausa, ed anche durante la pubertà. L’assunzione della pillola anticoncezionale, e di altri farmaci contenenti estrogeni, può favorirne la comparsa.
  • La gravidanza; infatti in questo periodo si ha un aumento del volume sanguigno, che può portare a dilatazione venosa. Altro fattore che può incrementarle è l’espansione dell’utero, che esercita pressione sulle vene, con conseguente alterazione della loro funzionalità. Solitamente le varici, dopo tre mesi dal parto, migliorano. In ogni caso, ogni gravidanza successiva porta ad un aumento del problema.
  • L’obesità, l’abitudine di stare a lungo in piedi, l’esposizione al sole, sono tutti fattori che possono incidere nella loro comparsa.

Sintomatologia

Per le varici degli arti inferiori, oltre al problema estetico dovuto alla visibilità dei cordoni venosi, più o meno accentuata, si riscontrano:

  • Gonfiori di caviglie e piedi.
  • Dolori o crampi delle gambe.
  • Sensazione di pesantezza degli arti inferiori.
  • Aree pruriginose, soprattutto a livello delle caviglie e delle parti inferiori della gamba.
  • Pelle scolorita intorno alla varice.

Recentemente, la presenza di vene varicose è stata messa in relazione con la trombosi venosa profonda, l’embolia polmonare, e con patologie delle arterie periferiche. Tuttavia, non è ancora chiaro se tra gli eventi vi sia causalità, o se si tratti di condivisione dei fattori favorenti i problemi.

Metodologia diagnostica

Oltre all’osservazione diretta delle stesse, che già è motivo di diagnosi del problema, è utile effettuare degli approfondimenti presso uno specialista in medicina vascolare, o un chirurgo vascolare.

Quest’ultimo procederà:

  • All’esame fisico, esaminando le gambe in piedi, seduto, e penzoloni; procederà poi a chiedere informazioni riguardo alla sintomatologia.
  • Provvederà ad eseguire un’ ecografia doppler per il controllo del flusso sanguigno nelle vene. Questo gli permetterà di valutare non solo la circolazione venosa superficiale, ma anche quella profonda. Alterazioni a livello di quest’ultima sono più pericolose.
  • A volte (meno comunemente) potrà necessitare di un angiogramma, per una visione più accurata del flusso sanguigno. In questo caso, viene iniettato un colorante nelle vene e poi viene eseguita una radiografia. Questo esame può essere utile al medico per stabilire se si tratta di vene varicose o di altri problemi.

Pericolosità

Se si convive con le vene varicose, magari sotto terapia del proprio medico curante, è opportuno contattarlo quando la varice è diventata gonfia, la cute è rossastra e vi è un aumento della sensibilità al tatto e si mostra calda.

Di solito i capillari non richiedono trattamenti, mentre le varici tendono a peggiorare nel tempo.

Infatti, in caso di peggioramento, possono insorgere:

  • Coaguli di sangue, infezioni ed infiammazioni (flebiti), per l’accumulo del sangue nel circolo venoso. I coaguli sono molto pericolosi, in quanto possono, se coinvolte le vie venose profonde, viaggiare fino ai polmoni, causando embolia polmonare.
  • Ulcere ed emorragie ed infezioni cutanee.
  • Gonfiori ed eritemi cutanei, dermatiti (infiammazioni cutanee).
  • Tromboflebite superficiale, che determina dolori o altre problematiche.

La cura ed i rimedi

Per la cura è necessario il parere del medico specialista che, in base al singolo individuo, attuerà il trattamento più consono ai suoi bisogni.

Nei casi asintomatici  non sempre vengono trattate. Sicuramente, però, è sempre meglio consultare il proprio medico. Ovviamente, il trattamento è necessario quando causano dolore in caso di ulcerazioni e ferite, e se determinano disagio estetico. Solitamente, se apparse in gravidanza, possono anche risolversi in maniera spontanea entro un anno dal parto. Tuttavia è opportuno sempre rivolgersi allo specialista .

Per chi soffre di questo disturbo è utile rivedere il proprio stile di vita, praticando attività fisica, utilizzando calze a compressione graduata. Risulta opportuno anche evitare di stare a lungo in piedi, e cercare di tenere le gambe sollevate durante la notte, favorendo così il ritorno venoso.

Trattamento delle varici, alcune soluzioni

Esistono diverse soluzioni, esse sono:

  • La scleroterapia; questa è la più utilizzata, consiste nell’iniezione di una soluzione endovenosa che occlude le vene trasformandole in tessuto cicatriziale. A volte sono necessari più trattamenti su una sola vena. Non prevede anestesia, è fatta presso l’ambulatorio del medico, ed il paziente può subito ritornare alla normale attività. La tecnica, se ben eseguita, può portare ad un miglioramento che va dal 50 al 90%. Il medico, dopo il trattamento, esegue una fasciatura compressiva. A volte si possono manifestare bruciori, ferite e chiazze dove si è fatta l’iniezione. Talora, anche lividi o macchie brunastre intorno alla vena, che solitamente spariscono in breve tempo. In alcuni casi si possono formare dei grumi di sangue rappreso, ma non risulta pericoloso. Per allievare l’infiammazione, il medico può prescrivere antiinfiammatori ed antibiotici.
  • Chirurgia laser, essa è per lo più utilizzata per il trattamento dei capillari. Il tempo di trattamento varia da 15 a 20 minuti. Normalmente sono necessari più trattamenti. Per i vasi oltre i 3 mm non è consigliabile. Dopo il trattamento, il paziente può tornare alla normale attività. A volte si possono avere rossori subito dopo, pelle scolorita (entro due mesi si risolve); rare sono cicatrici e ustioni, che dipendono da una chirurgia laser mal eseguita.
  • Radiofrequenza e laser. Tecnica che non è molto invasiva e che si può fare anche in ambulatorio. Utilizzata per il trattamento della safena. In questo caso, nella vena, viene inserito un catetere che emette una radiofrequenza, che porta la vena a restringersi e chiudersi. A volte possono comparire piccoli lividi nelle aree trattate.

L’intervento chirurgico

Intervento chirurgico:

1)Le vene sono completamente rimosse dalla gambe (legatura chirurgica e stripping). Questo non crea problemi alla circolazione venosa, poiché il trasporto maggiore del sangue è assolto dalle vene profonde. Quelle che vengono rimosse chirurgicamente sono le vene superficiali, le quali raccolgono solo il sangue dalla pelle. Tale intervento è normalmente eseguito in anestesia generale. Rari sono i problemi (infezioni, arrossamenti, cicatrici). Post intervento è somministrata eparina, per ridurre la possibilità che si formino coaguli di sangue, che possono essere pericolosi. Il tempo di recupero va da 1 a 4 settimane.

2)Altra modalità chirurgica è la fleboctomia ambulatoriale (anestesia locale o regionale). Attraverso una fonte di luce si trova la posizione della vena, vengono praticati dei tagli e, con dei ganci chirurgici, la vena viena estratta. Il tempo di recupero è breve. A volte possono comparire dei piccoli lividi ed intorpidimento.

3)La chirurgia vascolare endoscopica, che viene fatta in anestesia generale o epidurale. Con una piccola videocamera si guarda all’interno delle vene, ed esse vengono poi rimosse con dei piccoli tagli.

Conclusioni

Rispetto al passato, i trattamenti hanno percentuali elevate di successo. Purtroppo non esiste una terapia per le valvole venose deboli, e dopo un certo numero di anni non si può escludere che si sviluppino altre vene anomale nei soggetti predisposti. Per rallentare lo sviluppo della malattia da insufficienza venosa è opportuno prevenire, utilizzando calze elastiche a compressione graduata, fare attività fisica regolarmente (camminare molto), evitare di ingrassare, seguire una dieta povera di sale e ricca di fibra, non stare a lungo nella stessa posizione, sollevare le gambe durante il riposo.

Questa guida ha solo scopo informativo, e non si sostituisce alla valutazione clinica e diagnostica, nonchè terapeutica, dello specialista medico.

 

 

 

Eleonora Martinuzzi
Eleonora Martinuzzi
Ho frequentato l'università di medicina Veterinaria, fino a pochi esami dalla fine. In seguito  sono poi approdata alla scuola di Naturopatia tradizionale Unipsi, ad indirizzo scientifico, ricevendo il conseguente attestato dopo effettuazione di un esame finale che ha avuto esito positivo. Sempre fortemente impegnata nello studio delle discipline affini alla consulenza del benessere, ho frequentato la scuola di riflessologia plantare e ho conseguito, dopo aver sostenuto un esame, il relativo attestato.Ho frequentato anche  alcuni corsi formativi con attestato dopo relativi esami : cosmetologia, trattamenti estetici del viso, trattamenti estetici del corpo, la messa in piega tecniche e processo, corso di personal trainer (150ore) presso Accademia domani.. Da sempre appassionata di scrittura, ho partecipato a numerosi concorsi poetici a livello internazionale, con pubblicazione di alcuni miei testi poetici. In quest'ultimo anno mi sono dedicata alla attività occasionale di ghost writer, solo per privati, fuori dal web. Attualmente lavoro  sul web con stesura di articoli e guide riguardanti il benessere e la medicina, e sono redattore sul web nella realizzazione di guide e recensioni di alta qualità per siti web importanti.

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